Category Archives: Viaggio negli alimenti

PROBIOTICI

MUSCOLI

Per alimenti probiotici si intendono quegli alimenti, generalmente fermentati, che contengono un numero sufficientemente elevato di microrganismi vivi ed attivi, in grado di raggiungere l’intestino ed esercitare un’azione di equilibrio sulla microflora intestinale mediante colonizzazione diretta. Il termine probiotico è quindi riferito ai microrganismi vivi e/o loro componenti o prodotti metabolici che, se assunti in quantità adeguate, proteggono oppure favoriscono le difese dell’ospite sia direttamente sia in modo indiretto stimolandone i meccanismi di difesa.

I batteri lattici (LAB) comprendono un ampio spettro di generi, che a loro volta includono un numero considerevole di specie. Generalmente i LAB vengono considerati come batteri Gram-positivi, che crescono in condizioni che possono essere da scarsamente aerobiche a strettamente anaerobiche; inoltre non formano spore.

I più importanti generi di LAB sono rappresentati da

Latte

latteCosa dire del latte? Il latte fa male? È giusto consumare latte ogni giorno?

Non voglio dare delle risposte a queste domande ma voglio che ognuno di voi possa decidere liberamente ma con maggiori informazioni possibili!

In natura, il Latte (prodotto di secrezione delle ghiandole mammarie dei Mammiferi dopo il parto) è l’alimento previsto per la crescita dei cuccioli dei Mammiferi, ed il Latte di ogni specie va ad esclusivo beneficio di quella specie.

Il latte materno prepara il corpo ad albergar l’anima e lo spirito.

Porta l’essere umano sulla terra e gli fa percepire

l’unità con il genere umano

(Haushka)

Alla fine dei conti questa è l’affermazione più giusta! Il latte materno è l’unico alimento realmente adatto ai fabbisogni del neonato e del bambino piccolo. I fabbisogni del bambino variano con l’età, ed è sorprendente notare come la composizione del latte materno si modifica nel tempo.

bimbo

Possiamo infatti distinguere:

  • Il colostro, nei primi giorni di vita.
  • Il latte di transizione, dal sesto al quindicesimo giorno.
  • Il latte maturo, dal sedicesimo giorno al quindicesimo mese.

Questi tre tipi di latte presentano differenze a livello glicidico, lipidico, proteico, dei minerali, degli oligoelementi e delle vitamine (Andre 1983).

La diversità della composizione del latte delle varie specie dei mammiferi è enorme: si va dal Latte di focena che contiene solo il 40% di Acqua, al Latte di cavalla che ne contiene il 90%. Mentre il Latte di cavalla ha soltanto l’1.5 % di Grassi, il Latte di focena ne contiene il 46 %. La cavalla produce un Latte più ricco di Lattosio di quello dei cetacei, mentre il Latte di coniglio è il più ricco di tutti in Proteine e Sali Minerali, e così via. Tutto questo trova una giustificazione soprattutto nel rapporto madre-figlio.

Il Latte specie-specifico contiene non solo tutti i Nutrienti nelle proporzioni ottimali per la crescita, ma anche sostanze enzimatiche ed anticorpi che hanno la funzione di aumentare le difese immunitarie in un periodo della vita in cui un’infezione potrebbe avere conseguenze gravissime. Ad esempio vediamo la composizione del latte materno e del latte di mucca:

COMPOSIZIONE DEL LATTE DI DIVERSI MAMMIFERI (per 100 gr.)

Latte Proteine grammi Lattosio grammi Grasso grammi Acqua grammi
Donna 0,9 7,2 3,5 88
Mucca 3,6 4,9 3,5 87

Dopo lo svezzamento, però, nessun Mammifero continua a bere latte, che non è cibo adatto ai bambini ed agli adulti; neppure quello della propria specie, perchè le esigenze nutrizionali dell’adulto sono differenti da quelle del lattante. Il piccolo Mammifero diviene in grado di vivere cibandosi  degli alimenti per cui la specie è biologicamente adatta.

Nessun Mammifero, tranne l’Uomo, consuma, in nessuna epoca della vita, il latte di un’altra specie. muccaIn realtà il latte di mucca deve permettere al vitello di costruire rapidamente una grande quantità di tessuto osseo, ma poco tessuto nervoso, tutto questo perché contiene molecole più grandi rispetto al latte materno, quindi tende a supernutrire il corpo ed a sottonutrire il cervello ed il sistema nervoso. Nell’ uomo questo non avviene perché al contrario si accontenta di una crescita ossea lenta, ma deve poter sviluppare un cervello voluminoso e complesso.

Il latte vaccino non è adatto perché:

  • Contiene troppe Proteine: 36 gr/litro contro 9 gr/litro, – quattro volte di più;
  • Contiene Proteine molto diverse: rapporto Caseina/Lattoproteine 4.5:1 contro 0.4:1
  • Contiene poco Lattosio: 49 gr/litro contro 70 gr/litro;
  • Presenta un rapporto Grassi Saturi/Insaturi svantaggioso;
  • Contiene una percentuale di Calcio troppo elevata: 1170 mg/litro contro 340 mg/litro;
  • Presenta un rapporto Calcio/Fosforo svantaggioso: 1.3:1 (Latte vaccino) contro 2.4:1 (Latte umano);
  • Contiene troppi Sali Minerali: 7 gr/litro contro 2 gr/litro.

Ma se questo è vero come la mettiamo con la salute delle nostre ossa? Ci siamo sentiti sempre dire: “bevi il latte, il latte fa bene soprattutto alle ossa”. Se così fosse stato non avremmo avuto un così forte aumento dell’osteoporosi, visto che l’uso del latte, latticini e derivati è così comune sulle nostre tavole!

Il calcio per essere assorbito dalle ossa, deve disporre di un’adeguata quantità di magnesio, che nel latte è scarso, molto alto nella verdura, legumi e frutta, oltre al controllo del suo tenore metabolico il magnesio serve anche a contrastare con la vit. B6, l’acidosi metabolica indotta dai soli sali di calcio e proteine animali.

Se abbiamo un ambiente acido (proteine animali) i nostri meccanismi di tamponamento naturale, col calcio in eccesso, non possono lavorare al pieno, infatti, per neutralizzare l’acidosi si deve ricorrere alla nostre riserve minerali che abbiamo principalmente nelle ossa e muscoli, questo meccanismo a circuito chiuso spiega che l’osteoporosi non è una mancanza di calcio per le nostre ossa, ma una perdita di calcio a seguito delle nostre abitudini alimentari scorrette.

Recenti ricerche hanno dimostrato che le donne che consumano proteine animali presentano una perdita ossea del 35%, rispetto al 7% delle donne vegetariane. L’osteoporosi infatti ha un’incidenza maggiore in quei paesi dove viene consumata una maggiore quantità di latte e formaggio: Stati Uniti, Finlandia, Svezia e Inghilterra sono i paesi del mondo in cui il consumo di latticini è molto alto, e, incidentalmente, sono anche quelli in cui l’osteoporosi è maggiormente diffusa fino a diventare una piaga sociale.

Inoltre il latte, come già detto, tende ad “acidificare” il nostro organismo, e il calcio per essere assimilato necessita di ambiente alcalino. Quindi il latte ingerito (assieme ad altri alimenti acidi quali carne, pomodoro, zucchero, farine raffinate, ecc..) crea un ambiente acido, che porta a innumerevoli malattie come indebolimento del sistema immunitario, colon irritabile, gastriti, emicranie, sinusiti, indebolimento del fegato e del sistema linfatico, ambiente favorevole alla proliferazione di infiammazioni urinarie e dell’orecchio.

Per complicare ulteriormente la situazione, può capitare che durante il pasto si assumano vari tipi di proteine: è procedura abbastanza comune fornire ai bambini un bel bicchiere di latte durante il pranzo a base di carne oppure di pesce, oppure proporre ricette contenenti carne e formaggio formulati assieme. Anche se il gusto ne guadagna, proporre il latte ai bambini piccoli assieme ad altre proteine equivale a disorientare, sconquassare il loro povero fegato, che non sa più che enzima secernere: alla fine il nostro intestino si troverà con un amalgama di proteine digerite (cioè quelle cui fegato ha prodotto l’enzima corrispondente, dato che ne può fornire uno solo per digestione) e un altro amalgama di proteine indigerito (che tende ad andare in putrefazione). Quindi si avrà inizialmente un’irritazione sul tratto digerente e conseguentemente, se la dieta persiste, un’irritazione cronica sulle pareti dell’intestino (con sintomi quali diarrea, stitichezza, stanchezza oppure iperattività): e come ulteriore conseguenza, avremo un malassorbimento delle sostanze nutritive, delle vitamine, degli enzimi e dei minerali.

Ciò che sembra essere importante per il metabolismo dell’osso non è tanto l’assunzione di Calcio, ma il bilancio Calcico [l’equilibrio tra Calcio assunto e Calcio eliminato dall’organismo]. La perdita dell’integrità ossea in molte donne bianche in epoca post-menopausale è probabilmente causata da fattori genetici, dietetici e dallo stile di vita. La Ricerca Scientifica ha dimostrato che le perdite di Calcio dell’organismo sono aumentate dall’assunzione di proteine animali, sale, caffeina, tabacco e dall’inattività fisica.

Al giorno d’oggi nessuno è immune da carenze vitaminiche, vuoi per dieta sbagliata, vuoi per intestino irritato (che spesso passa inosservato), vuoi perché oramai anche le verdure biologiche si sono impoverite!

Dobbiamo ricordare, anche, che il latte che assumiamo è pastorizzato e i sistemi di pastorizzazione alterano il prodotto, comportando la perdita di molte proprietà del latte crudo: dalla distruzione degli enzimi (che
permettono l’assimilazione del calcio) e dei batteri lattici (uno tra tutti, il lactobacillus acidophilus: indispensabile per la sinterizzazione della vitamina B nel colon ed elemento che fornisce al latte proprietà battericide) alla perdita parziale di alcune vitamine, all’annullamento delle proprietà battericide del prodotto (che lascia poi il campo libero al successivo e rapido sviluppo di batteri nocivi).

Tutto ciò davvero non aiuta a fare chiarezza, anzi forse comporterà la nascita di molti dubbi!

pastorizzazioneCome dobbiamo comportarci nelle nostre abitudini alimentari? Latte si o latte no?

Ritengo che la verità sia sempre nel mezzo non dobbiamo demonizzare un alimento ma neanche favorirne un abuso! Probabilmente dovremo solo moderare i consumi di latte e latticini e avere una alimentazione più variata non monotona.

Non alimentare abitudini sbagliate come il bicchiere del latte prima di andare a letto, dopo che si è tranquillamente cenato, pasteggiare bevendo latte o utilizzare il latte come se fosse una bevanda e non un alimento!

Un polo in eccesso (o in difetto) crea convinzioni limitanti e  comportamenti errati o disastrosi!

IN MEDIO STAT VIRTUS

A – ANACARDIO

anacardioGli anacardi, definiti anche Noci di Acagiù, derivano da una pianta Anacardium Occidentale, della famiglia delle Anacardiacee e rientrano nella categoria della frutta secca oleosa. Il nome deriva dalla loro forma, che ricorda quella del rene. I Portoghesi lo introdussero in India nel XVI secolo ed oggi l’India e l’Africa orientale ne sono i maggiori produttori. Contengono proteine, zuccheri complessi, un’alta percentuale di grassi mono-insaturi (come l’olio d’oliva), vitamina E, acido folico, vitamina B1 e B2, selenio, steroli vegetali, sali minerali come il calcio, fosforo, magnesio, selenio, ferro e lo zinco. Proprio per le preziosi sostanze che contiene sono particolarmente utili nell’alimentazione dei vegetariani stretti. Sono indicati durante la crescita o la convalescenza perché sono molto nutrienti. La loro ricchezza di acidi grassi salutari lo rende utile per il cuore. La maggior parte del grasso contenuto è costituito da acido grasso mono-insaturo, acido oleico che tende ad abbassare i livelli di trigliceridi, ed è particolarmente utile per le persone con diabete. Grazie al contenuto di vitamina E sono degli ottimi antiossidanti, inoltre nelle proteine contenute è presente un amminoacido essenziale, il triptofano, precursore di un ormone, la serotonina, che regola il tono dell’umore, quindi possono aiutare a mantenere alto il tono dell’umore. Triptofano e serotonina sono inoltre importanti per chi soffre di depressione, soprattutto durante la primavera e l’autunno, periodi in cui la sindrome depressiva si accentua. Durante queste due stagioni si consiglia di assumere 30 gr di anacardi al giorno, l’orario più adatto per sfruttare al meglio l’efficacia è quello tra le 18 e le 22. Per favorire il sonno è possibile preparare un frullato con del latte tiepido e 2 cucchiaini di anacardi. Si trova in commercio già cotto e sgusciato, processo indispensabile per rendere questo frutto commestibile poiché altrimenti è tossico. In cucina possono essere aggiunti a insalate, macedonie o tritati in aggiunta a dolci o al pane. Sono estremamente calorici quindi devono essere consumati con parsimonia per chi ha problemi di peso.

A -“ALBICOCCA”

albicoccaL’albicocca è un frutto appartenente alla famiglia delle Rosacee ed alla specie Prunus Armeniaca; la pianta dell’albicocco è originaria della Cina dove era già conosciuta nel 3.000 avanti Cristo. È composta in gran parte da acqua (85% circa), proteine in minima parte, glucidi e fibra alimentare; buona la presenza di minerali, soprattutto il potassio a cui fanno seguito calcio, fosforo, sodio e ferro. Per quanto riguarda le vitamine da sottolineare la presenza in buona percentuale della vitamina A, C e PP. In un etto di albicocche mature troviamo una quantità di betacarotene che è la metà della razione quotidiana necessaria.

Sono utili :

  • per la prevenzione di malattie degenerative (cardiovascolari e tumorali), in quanto il betacarotene contenuto non è solo il precursore della vitamina A, ma svolge anche un’azione antiossidante, contrastando la formazione dei radicali liberi
  • in caso di anemia per la loro ricchezza in ferro (sia fresche che secche)
  • in caso di stanchezza fisica e mentale
  • per aumentare le difese immunitarie

Possono essere consumate sia fresche che secche una caratteristica di queste ultime è quella di mantenere intatti i sali minerali che si trovano normalmente nel frutto fresco e, cosa più importante, è l’alto contenuto di fibra alimentare, che è in grado di apportare benefici alle funzionalità dell’intestino e di ridurre il tasso di colesterolo e di zucchero presenti nel sangue. L’unico problema che un etto di albicocche secche sono molto più caloriche di quelle fresche.

I semi contenuti nel nocciolo dell’albicocca contengono la vitamina B17 ( laetrile ) conosciuta come amigdalina o nitriloside, una sostanza che sembra in grado di aggredire ed annientare le cellule malate dell’organismo, in particolare quelle di alcuni tipi di tumore; secondo una ricerca condotta dal dott. Dean Burk del National Cancer Institute, pare che la vitamina B17  reagisca con l’enzima glucosidase che è presente solo nelle cellule malate. In presenza di questo enzima la vitamina B17 reagisce sprigionando cianuro che annienta le cellule cancerose mentre le cellule sane non vengono attaccate in quanto non contengono l’enzima glucosidase che è l’unico in grado di attivare la vitamina B17 a produrre cianuro.

Una curiosità: l’albicocca è molto utile in cosmesi. È sufficiente stendere il succo (ottenuto centrifugando le albicocche) sulla pelle precedentemente pulita, per tonificarla e renderla più lucente e prevenire le piccole rughe.

A – ALGHE

ALGA

La varietà di alghe è immensa, ne esistono migliaia di specie e si ritiene siano comparse sulla terra circa tre miliardi di anni fa.

Le alghe sono organismi vegetali molto semplici e ricoprono un ruolo fondamentale nell’ecosistema marino. Il loro habitat naturale è rappresentato dall’acqua: fiumi, laghi e mari. La loro classificazione avviene tramite il loro colore predominante, che può essere rosso, giallo, verde, bruno e, in certi casi, anche azzurro.

La quantità delle diverse sostanze che compongono le alghe varia in base alla specie a cui appartengono, sono ricche di proteine (dal 5,6 per cento delle hiziki al 35 per cento delle spiruline), di carboidrati (dal 29,8 per cento delle hiziki al 51,9 per cento delle kombu) e soprattutto di sali minerali e di oligoelementi, in particolare iodio (presente in quantità da 100 a 1000 volte superiore rispetto a quella degli ortaggi), ferro e calcio (da 2 a 30 volte). Notevole è anche il patrimonio vitaminico, si ritrovano buone quantità di vitamina A, e anche la vitamina B, la C, la D e la E sono ben rappresentate. Un componente particolarmente interessante delle alghe è rappresentato dall’algina, di cui sono particolarmente ricche le alghe brune. L’acido alginico e i suoi sali sono noti per l’elevata capacità di scambio e le proprietà chelanti in grado di eliminare  dall’organismo i metalli pesanti e numerose altre sostanze tossiche.

L’alginato sodico solubile, reagendo con il piombo o con altri metalli pesanti, forma dei chelati insolubili destinati ad essere espulsi dall’organismo attraverso le feci. Quest’ultima sorprendente proprietà fa delle alghe un alimento indispensabile nella dieta di tutti coloro che sono costretti a vivere in ambienti particolarmente contaminati.

L’alga marina è un alimento molto importante per la nostra salute; hanno proprietà disintossicanti, aiutano fegato e reni, favoriscono la digestione e l’ eliminazione di scorie tossiche attraverso sudore, feci e urine. Sono valido aiuto nelle terapie ipocolesterolemizzanti e nei casi di uricemia ed azotemia, essendo in grado di sottrarre una parte dell’azoto in eccesso. La presenza di acidi grassi fa si che le alghe svolgano anche una funzione antinfiammatoria e grazie allo iodio che stimola l’attività della tiroide, accelerando così il metabolismo. Gli antiossidanti invece permettono di eliminare i “pericolosi” radicali liberi. Le alghe hanno allo stesso tempo una grande capacità di contrastare i microrganismi patogeni ed aiutano quindi l’organismo ad attivare le difese immunitarie, rafforzano le ossa, i capelli e le unghie. Negli ultimi anni gli studi si sono concentrati sull’effetto positivo delle alghe verso alcuni tumori. Per Jane Teas (Harvard School of Public Health) il regolare consumo di alghe, sarebbe alla base del basso tasso di cancro della mammella delle donne giapponesi. Un’ipotesi rafforzata anche dalla differente incidenza evidenziata tra le zone rurali del giappone, caratterizzate da un elevato consumo di alghe, e i centri urbani nei quali accanto al minor consumo di alghe si registra un più elevato tasso di tumore della mammella. Tali osservazioni sono state recentemente suffragate da numerose prove sperimentali di laboratorio.

In altre prove, estratti di alga wakame, sono risultati in grado di curare e prevenire il cancro al polmone in cavie di laboratorio, suggerendo un’efficace azione di stimolo del sistema immunitario.

Sempre nelle alghe del tipo wakame sono state individuate sostanze in grado di svolgere un’attività antitrombinica di potenza doppia rispetto a quella dell’eparina.

Le sorprendenti possibili applicazioni terapeutiche delle alghe non finiscono qui. Alcuni ricercatori cinesi hanno isolato nelle kombu sostanze ipotensive, tra cui l’istamina. Nelle alghe nori è stata individuata una sostanza dalle evidenti proprietà antiulcera, in grado di svolgere anche una sorprendente azione protettiva nei confronti di numerosi agenti patogeni tra cui Escherichia coli, Pseudomonas aeruginosa, Salmonella, Staphylococcus, Aspergillus, Fusarium e Shigella.

 Le Alghe Rafforzano la Vista

E’ stato dimostrato che un buon apporto di omega 3 all’organismo è un ottimo metodo per rafforzare e quindi conservare più a lungo la vista; l’omega3 infatti è trattenuto nei fotorecettori della macula e ne garantisce l’integrità più a lungo. E’ consigliabile quindi preferire alimenti ittici che contengano omega3 in abbondanza e le alghe ne sono ricche, motivo in più per includerle nella nostra dieta abituale.

 L’alga Antigrasso

In Giappone è stato sperimentata sui ratti la fucoxatina,  un pigmento estratto da un tipo di alga marrone che pare abbia la proprietà di bruciare i grassi in eccesso. Gli animali a cui è stata somministrata tale sostanza hanno perso circa il 10% del loro peso, riducendo in particolare il volume del grasso depositato nella pancia. Per la conferma di tali risultati occorreranno comunque altri 5 anni.

Le varietà più diffuse sono le alghe rosse e quelle brune, possono essere impiegate per la preparazione di zuppe, minestre, aggiunte ai legumi e alla verdura, di cui ne aumentano la digeribilità. Le più  utilizzate in cucina: Nori, Arame, Kombu, Wakame, Klamath e Agar Agar. L’aggiunta delle alghe ad alcune pietanze permette di diminuire o addirittura eliminare l’uso del sale.

Le alghe che troviamo in commercio, normalmente sono essiccate e vanno quindi utilizzate in piccole dosi, in quanto, una volta reidratate, possono anche aumentare il loro volume di dieci volte. Ricordarsene quando si dovessero cucinare.

Tipo Sostanze contenute Proprietà e benefici
Alga Wakame Proteine, calcio, iodio, magnesio Disintossicante, anticoagulante, antibiotica.
Alga Kombu Fibre, minerali, acido alginico Disintossicante, proprietà emollienti, depurativa
Alga Dulse Proteine, Vitamine A e C, ferro Utile in caso di anemia
Alga Nori Vitamine A,B12, proteine, acidi grassi Proprietà antianemiche, tonificano, rallentano l’invecchiamento
Alga Agar Agar Fibre dietetiche sazianti Attenua il senso di fame, ha proprietà toniche
Alga Hijiki Calcio, potassio, ferro Rimineralizzante, cicatrizzante, rinforza smalto dentale
Alga Klamath Acidi grassi Omega 3, antiossidanti Potenzia sistema immunitario, antitumorale, allevia lo stress
Alga Arame Molto ricca di iodio Raccomandata per casi di ipotiroidismo

A – Aglio

L’aglio ( Allium sativum ) è una pianta annuale erbacea, appartiene alla famiglia delle Aliaceae, vegetali che nella maggior parte presentano un bulbo, il quale altro non è che un breve fusto modificato. Apprezzato fin dall’antichità per il suo singolare aroma, con il passare del tempo la sua fama si arricchì di tali e tanti attributi terapeutici al punto di essere frequentemente impiegato per guarire, e soprattutto prevenire, diversi tipi di disturbi e addirittura epidemie.

L’aglio contiene: acqua, proteine, carboidrati, fibra, vitamine A, B1, B2 e vitamina C, minerali come sodio, potassio, ferro, calcio, fosforo. Le sue proprietà più importanti dipendono però da un’essenza solfurea presente nel bulbo, della quale il principio attivo è l’allicina che ne conferisce il particolare odore e soprattutto detiene un forte potere antisettico.

 È utile in caso di:

  • pressione alta: concorre ad abbassare la pressione arteriosa favorendo la diuresi;
  • colesterolo alto: aiuta ad abbassare il colesterolo “cattivo” (colesterolo LDL);
  • bronchiti, tosse, catarro: calma la tosse agendo come antinfiammatorio e espettorante;
  • infezioni dell’apparato intestinale: ristabilisce equilibrio alla flora intestinale;
  • parassiti intestinali: favorisce l’espulsione di alcuni vermi intestinali;
  • febbri alte e resistenti;
  • stipsi e intestino pigro.

L’aglio è, inoltre,  uno degli antiossidanti più efficaci che vi sia in natura, protegge quindi le cellule del nostro organismo da un precoce invecchiamento nonché dal deterioramento e conseguenti malattie.

 Uno studio recente, svolto in Cina ed in Usa, suggerisce che l’aglio, utilizzato regolarmente nella dieta, può avere effetti protettivi nei confronti del cancro e, oltre a questo, possiede proprietà uniche che sono in grado di inibire, ritardare o addirittura invertire il processo di cancerosi umana. I risultati di questi esperimenti sono stati presentati al simposio internazionale sulle “Nuove frontiere in ematologia e oncologia”.

 In maniera molto semplice e casalinga possiamo prepararci uno sciroppo e liquore d’aglio. Il primo è utilizzato nella bronchite cronica dei fumatori, nell’ipertensione e nei reumatismi, il secondo è indicato per ritrovare energia e vitalità.

A – Acqua

L’acqua spesso non viene considerata come alimento forse perché si presenta come un liquido incolore, inodore e insapore.
Se solo si pensa che il 60-70 % del peso corporeo è costituito di acqua, (neonati 75-80 %) si capisce quanto questo liquido sia indispensabile per tutte le funzioni dell’organismo.

Tutte le reazioni vitali avvengono in presenza dell’acqua, in particolare permette:
la digestione; la soluzione e il trasporto di sostanze nutritizie; l’eliminazione dei prodotti di scarto; mantenere costante la temperatura corporea; l’equilibrio acido-base dell’organismo; entra a far parte di molti liquidi fisiologici.

L’acqua introdotta con gli alimenti o meglio la quantità di acqua prodotta dal metabolismo dei vari nutrienti (acqua endogena) non è sufficiente a coprire il fabbisogno giornaliero.
Acqua endogena o metabolica:
• 100 g di carboidrati liberano: 55 g d’acqua
• 100 g di lipidi liberano: 107 g d’acqua
• 100 g di proteine liberano: 41 g d’acqua

Quindi dobbiamo necessariamente integrarla con acqua come bevanda (acqua esogena).
I quantitativi di assunzione d’acqua raccomandati dalle RDA sono :

  • 1ml/kcal per l’adulto
  • 1,5 ml/kcal per il bambini

Potremmo dire che in condizione normali la quantità di acqua da bere corrisponde a un litro e mezzo (8 bicchieri), distribuiti durante la giornata. È chiaro che possono esserci variazioni legate a vari fattori come: l’età, l’attività fisica…

Perché l’acqua possa essere considerata una bevanda idonea deve avere opportune caratteristiche:

  • Non sono adatte per l’alimentazione acque con bassissime concentrazioni di sali disciolti o addirittura distillate.
  • Deve contenere disciolti una certa quantità di sali minerali
  • Non deve contenere sostanze tossiche
  • Non deve contenere microrganismi patogeni.

Sebbene non fornisca energia, con l’acqua vengono ingeriti sali minerali utilizzati dall’organismo per lo svolgimento di numerosi processi metabolici quindi essa assume il valore di un vero e proprio nutriente essenziale.
I Sali minerali sono costituiti soprattutto da carbonati, solfati, cloruri e fosfati di calcio e magnesio, ferro, bario, alluminio e silicio.

L’acqua che assumiamo per soddisfare le nostre esigenze biologiche ed in particolare per soddisfare la sete può essere ricondotta in grandi linee a quattro categorie:
1. Acqua potabile: dovrebbe essere un’acqua naturale con residuo fisso a 180° C di circa 500 mg/l (medio minerale), limpida, incolore, di sapore gradevole.
2. Acqua da bere: acque purificate e affinate.
3. Acqua di sorgente: sono state inizialmente introdotte nel comparto delle acque in boccioni approfittando del fatto che alle acque minerali sono precluse le confezioni superiori a due litri.
4. Acqua minerale: acque minerali naturali sono considerate quelle acque che avendo origine da una
falda o giacimento sotterraneo, provengono da una o più sorgenti naturali o perforate e che hanno caratteristiche igieniche particolari e proprietà favorevoli alla salute (D.L.vo n. 105/92). Le acque minerali in considerazione della loro purezza originaria e del loro specifico contenuto salino rappresentano il principale e più efficace veicolo naturale per il reintegro idro-salino del nostro organismo.

Nelle acque minerali il residuo fisso costituisce un parametro sintetico che permette di classificarle; la suddivisione prevista dal Decreto Lgs. 25/01/1992 n. 105 è la seguente:
1. Acque minimamente mineralizzate: residuo fisso ≤ 50 mg/l
2. Acque oligominerali: residuo fisso >50≤500 mg/l
3. Acque mediominerali: residuo fisso >500 ≤1500 mg/l
4. Acque ricche di sali minerali: residuo fisso >1500 mg/

Le acque minimamente mineralizzate sono indicate quando si vuole aumentare la diuresi; le acque oligominerali sono caratterizzate da una ridotta concentrazione di sali minerali, di oligo-elementi e gas disciolti, hanno azione diuretica; acque mediominerali hanno una azione simile alle oligominerali solo con concentrazione maggiore di sali minerali; le acque ricche di sali minerali sono acque che andrebbero bevute solo in condizioni particolari.
La classificazione delle acque minerali dipende anche dalle sostanze in esse contenute, quindi avremo: acque bicarbonate, acque solfate, acque clorurate, acque ferruginose…

È importante ricordare di non dare da bere ai bambini acque contenenti nitrati in concentrazioni maggiori di 10 mg/l. I nitrati sono composti azotati indice d’inquinamento delle falde. Per i neonati, questi composti, anche in piccole dosi aumentano il rischio di metaemoglobinemia, grave malattia che riduce la capacità di trasporto dell’ossigeno dei globuli rossi. In quantità elevate, invece, sono pericolosi anche per gli adulti: si trasformano in nitriti, si legano alle ammine e danno le nitrosammine, agenti cancerogeni. La legge fissa un massimo di 45 mg/l per gli adulti e 10 mg/l per i bambini.

In ultimo dedichiamoci all’etichetta presente sulle bottiglie

Etichetta Acqua

In etichetta vengono fornite una serie di informazioni rilevanti che aiutano a capire le caratteristiche dell’acqua minerale. Ecco le principali:

  • Denominazione e nome dell’acqua minerale naturale. Ogni etichetta deve sempre indicare la dicitura “Acqua minerale naturale”, per distinguerla da altre acque, ed il nome dell’acqua stessa.
  • Luogo di origine. Località in cui l’acqua minerale naturale viene imbottigliata.
  • Termine minimo di conservazione (t.m.c). È la data fino alla quale il prodotto mantiene le sue proprietà specifiche in adeguate condizioni di conservazione.
  • Lotto. Indicazione che consente di individuare la partita del prodotto e la sua linea di imbottigliamento ai fini della rintracciabilità.
  • Analisi chimica. Riporta gli elementi caratteristici di ciascuna acqua minerale naturale, espressi in milligrammi/litro.
  • Classificazione. È in ragione del residuo fisso.
  • Microbiologicamente pura. Attesta l’assenza totale di germi pericolosi per la salute e indicatori di inquinamento, ma non esclude la presenza di una certa flora microbica naturale e tipica a dimostrazione che l’acqua minerale naturale non è stata trattata.
  • Qualità salienti. Sono riportate le proprietà favorevoli approvate dal Ministero della Salute.
  • Contenuto Indica il contenuto netto di acqua minerale naturale nel contenitore. La “e” sta ad indicare che si tratta di un volume a norma europea.
  • Codice a barre Fornisce indicazioni leggibili per rilevatori elettronici riferibili al produttore e all’articolo venduto presso la distribuzione.
  • Dicitura ambientale. Frase o disegno che invita a non disperdere il contenitore nell’ambiente dopo l’uso.
  • Indicazioni per la corretta conservazione del prodotto Consentono all’acqua minerale naturale di mantenere le sue caratteristiche originarie.

Viaggio negli alimenti

In questa sezione, divisi in ordine alfabetico, troverete le caratteristiche e le proprietà di alcuni alimenti. Si tratterà di un lungo viaggio ma spero ve ne appassionerete come ho fatto io.

A – Aceto di Mele

 

 

 

aceto di meleL’aceto di mele è il prodotto della trasformazione, da parte di microrganismi del sidro, la bevanda alcolica che si ottiene dalla fermentazione alcolica del succo di mele. Contiene numerose vitamine ed elementi essenziali, e più di 93 sostanze che consentono la lotta efficace ad alcuni problemi di salute, vediamo alcuni di loro:

  • acido acetico, che sembra migliori l’utilizzazione dei grassi
  • carotenoidi, antiossidanti, che contribuiscono a migliorare le capacità difensive dell’organismo
  • sali minerali, in particolare calcio e potassio, importanti per il regolare sviluppo delle ossa, per la contrazione muscolare e per regolare la pressione sanguigna
  • amminoacidi, che stimolano le reazioni metaboliche
  • pectina, che aiuta a regolare le funzioni intestinali.

L’assunzione regolare di un cucchiaio di aceto di mele in mezzo bicchiere d’acqua, al mattino a digiuno porta a:

  • stimolare la digestione
  • aiutare a depurare l’organismo
  • limitare l’assorbimento di colesterolo e trigliceridi
  • combattere le infiammazioni articolari e quelle dell’apparato gastrointestinale
  • ristabilire l’equilibrio della flora intestinale

L’aceto di mele conferisce ai piatti un gradevole gusto agrodolce e può essere consumato anche da coloro che sono affetti da difficoltà digestive e che non tollerano l’aceto di vino. È da ricordare che  il migliore aceto di mele è quello non pastorizzato e preparato con mele biologiche.