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La vitamina D

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Una paziente qualche giorno fa  mi ha domandato: “cosa ne pensa della relazione fra carenza di vitamina D e non perdita di peso corporeo?”

La vitamina D è nota anche come “Vitamina del Sole” perché è grazie al sole

vit d1 che il nostro corpo, attraverso la pelle, è in grado di sintetizzarla. Circa l’80% di vitamina D che utilizziamo viene infatti sintetizzata a livello cutaneo e il 20% lo assumiamo con l’alimentazione. Quindi la luce solare, nella sua componente di raggi ultravioletti B, è la migliore e più naturale sorgente di Vitamina D. L’organismo è in grado di assumere la quantità necessaria e di eliminare la parte eccedente. Ed è proprio la mancanza di esposizione alla luce solare il fattore più rilevante di una sempre più diffusa carenza o insufficienza di Vitamina D.

Funzione principale è l’omeostasi ossea, anche se in realtà si è visto che si comporta come un vero e proprio ormone. Studi recenti hanno stabilito che potrebbe esistere una relazione tra vitamina D eperdita di peso. Il livello di vitamina D nel corpo può influenzare la quantità di peso che si perde quando si inizia una dieta.

Questi studi hanno dimostrato che coloro che avevano sufficiente vitamina D nel loro sistema, perdevano più peso rispetto a coloro che ne erano carenti.

Questi studi sono indicativi ed è necessaria più ricerca, ma il risultato preliminare sembra dimostrare che l’aggiunta di vitamina D a una dieta ipocalorica possa comportare un maggiore tasso di perdita di peso, ovviamente nei soggetti che ne sonio carenti. Quindi primo passo da fare è effettuare il dosaggio della vitamina D in modo da verificare la propria situazione

 

BAROMETRO DELLA VITAMINA D
meno di 20 ng/ml Deficienza
tra 21 e 29 ng/ml Insufficienza
tra 30 e 100 ng/ml Sufficienza
sopra i 150 ng/ml Intossicazione
tra 40 e 60 ng/ml Ideale

 

Tuttavia occorre ricordare che la carenza di Vitamina D è rara, soprattutto in soggetti che vivono nell’area del mediterraneo, condizioni normali d’esposizione alla luce solare garantiscono livelli accettabili di Vitamina D

Cos’è la vitamina D?

La vitamina D in realtà è un gruppo di pro-ormoni liposolubili ( ossia che si sciolgono nei grassi) costituito da 5 diverse vitamine, definite: D1, D2, D3, D4 e D5. Le due più importanti sono la vitamina D2 (ergocalciferolo) e la vitamina D3 (colecalciferolo), che presentano attività biologica molto simile. Il colecalciferolo (D3) deriva dal colesterolo ed è sintetizzato negli organismi animali, mentre l’ergocalciferolo (D2) è di provenienza vegetale.

La vitamina D è un nutriente unico che può derivare sia dall’alimento che dall’azione della luce solare sulla pelle.

Tabella 1 Maggiori fonti alimentari di vitamina D

Alimento Vitamina D (µg per 100 g)
Olio di fegato di merluzzo 210.0
sgombro, crudo 8.2
Salmone, crudo 7.1
Salmone, grigliato 5.9
Tuorlo d’uovo 4.9

 

vit.dE’ essenziale per l’uso ottimale del calcio nell’organismo in quanto aiuta l’assorbimento di calcio nell’intestino e la sua deposizione nelle ossa, e controlla i livelli di calcio nel sangue. Una sua carenza dà luogo a disordini ossei come il rachitismo nei bambini e l’osteoporosi negli adulti.Studi recenti hanno dimostrato che la vitamina D agirebbe come un vero e proprio ormone su tantissime e fondamentali funzioni del nostro organismo:

Salute cellulare

previene certi tipi di cancro, come quello alla prostata, al pancreas, mammella, ovaie e colon; previene malattie infettive e infezioni al tratto respiratorio superiore, asma e disturbi respiratori.

Salute organi

previene malattie cardiache e infarti; previene il diabete di tipo 2, parodontite , perdita di denti e altre malattie infiammatorie.

Salute dei muscoli

supporta la forza muscolare

Salute del sistema autoimmunitario

previene la sclerosi multipla, il diabete mellito di tipo 1, il morbo di Crohn e l’ artrite reumatoide.

Salute del cervello

previene la depressione, schizofrenia, morbo di Alzheimer e demenza.

Salute degli stati d’animo

previene il disordine affettivo stagionale, la sindrome pre-mestruale, i disturbi del sonno e aumenta il senso di benessere

La concentrazione di vitamina D è legata anche:

L’età (a parità di esposizione solare il soggetto anziano produce circa il 30% in meno di vitamina D)

L’indice di massa corporea o BMI (nelle persone obese la vitamina D tende ad essere “sequestrata” nel tessuto adiposo)

L’uso di creme protettive (un fattore di protezione 15 potrebbe ridurre del 99% la produzione di vitamina

Il fototipo cutaneo

L’indossare indumenti protettivi

I vetri (il vetro assorbe tutte le radiazioni UVB: chi passa le giornate dietro ad una finestra non avrà alcun effetto sulla sintesi di vitamina D)

L’inquinamento atmosferico (alcuni componenti dell’inquinamento atmosferico possono assorbire la radiazione ultravioletta

CALENDULA (fiori)

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Il nome della calendula deriva dal latino “calendae”, primo giorno del mese, sta a indicare che fiorisce il primo giorno di ogni mese per buona parte dell’anno (in senso figurato, per dire che fiorisce tutti i mesi).

Appartiene alla famiglia delle Composite come la bardana e la camomilla. Contiene triterpeni pentaciclici (antiossidanti), flavonoidi, polisaccaridi e mucillagini (emollienti e disinfiammanti), carotenoidi, fitosteroli (anticolesterolo) e un olio essenziale ricco di terpeni. Presenta spiccate proprietà antinfiammatorie, antisettiche, cicatrizzanti, rinfrescanti, emollienti, ipotensive (riduce la pressione arteriosa), vasodilatatrici periferiche, antispasmodiche, coleretiche (favorisce il flusso della bile), emmenagoghe (facilita il flusso mestruale).

Impieghi per uso interno: irregolarità del ciclo mestruale, ipertensione (come trattamento complementare a quello farmacologico), digestione difficile.

Impieghi per uso esterno: pelle secca, screpolata e/o delicata, couperose, dermatosi eritematose, geloni, ulcere, foruncoli, cheratosi, contusioni, scottature, irritazioni, arrossamenti e contro il veleno irritante delle meduse..

In cucina: I boccioli dei fiori e le foglie più tenere rappresentano la parte commestibile della pianta e vengono consumati crudi nelle insalate, alle quali conferiscono un sapore amarognolo non da tutti gradito, come pure nelle frittate. Alcuni usano i boccioli florali anche in sostituzione dei capperi e per aromatizzare l’aceto. I petali (o i fiori) della calendula, freschi o essiccati, venivano adoperati fin dal tempo dei Romani come sostituto dello zafferano, del quale oltre al colore ricordano anche il sapore.

Controindicazioni: in soggetti sensibili la calendula può provocare reazioni allergiche.

Interazioni: gli estratti di calendula (tinture, estratti fluidi) aumentano il tempo di sonno indotto da barbiturici.

Si avvicina l’estate come possiamo utilizzarla?

In caso di scottature: applicare una garza imbevuta di un cucchiaino di tintura madre di calendula diluito in 2 cucchiai di acqua.

In caso di eczemi, piaghe, dermatosi: lavare la zona interessata con 25 gocce di tintura madre di calendula diluite in un bicchiere di acqua.

Una curiosità: se i boccioli restano chiusi al mattino molto probabilmente pioverà.

CalendulaOfficinalis

A -“ALBICOCCA”

albicoccaL’albicocca è un frutto appartenente alla famiglia delle Rosacee ed alla specie Prunus Armeniaca; la pianta dell’albicocco è originaria della Cina dove era già conosciuta nel 3.000 avanti Cristo. È composta in gran parte da acqua (85% circa), proteine in minima parte, glucidi e fibra alimentare; buona la presenza di minerali, soprattutto il potassio a cui fanno seguito calcio, fosforo, sodio e ferro. Per quanto riguarda le vitamine da sottolineare la presenza in buona percentuale della vitamina A, C e PP. In un etto di albicocche mature troviamo una quantità di betacarotene che è la metà della razione quotidiana necessaria.

Sono utili :

  • per la prevenzione di malattie degenerative (cardiovascolari e tumorali), in quanto il betacarotene contenuto non è solo il precursore della vitamina A, ma svolge anche un’azione antiossidante, contrastando la formazione dei radicali liberi
  • in caso di anemia per la loro ricchezza in ferro (sia fresche che secche)
  • in caso di stanchezza fisica e mentale
  • per aumentare le difese immunitarie

Possono essere consumate sia fresche che secche una caratteristica di queste ultime è quella di mantenere intatti i sali minerali che si trovano normalmente nel frutto fresco e, cosa più importante, è l’alto contenuto di fibra alimentare, che è in grado di apportare benefici alle funzionalità dell’intestino e di ridurre il tasso di colesterolo e di zucchero presenti nel sangue. L’unico problema che un etto di albicocche secche sono molto più caloriche di quelle fresche.

I semi contenuti nel nocciolo dell’albicocca contengono la vitamina B17 ( laetrile ) conosciuta come amigdalina o nitriloside, una sostanza che sembra in grado di aggredire ed annientare le cellule malate dell’organismo, in particolare quelle di alcuni tipi di tumore; secondo una ricerca condotta dal dott. Dean Burk del National Cancer Institute, pare che la vitamina B17  reagisca con l’enzima glucosidase che è presente solo nelle cellule malate. In presenza di questo enzima la vitamina B17 reagisce sprigionando cianuro che annienta le cellule cancerose mentre le cellule sane non vengono attaccate in quanto non contengono l’enzima glucosidase che è l’unico in grado di attivare la vitamina B17 a produrre cianuro.

Una curiosità: l’albicocca è molto utile in cosmesi. È sufficiente stendere il succo (ottenuto centrifugando le albicocche) sulla pelle precedentemente pulita, per tonificarla e renderla più lucente e prevenire le piccole rughe.

Estratti Erboristici – A

acerola

ACEROLA (frutti)

I frutti ricchi in flavonoidi, carotenoidi, vitamina C e altre vitamine. Gli estratti di Acerola sono utilizzati come fonte di vitamina C.

acetosellaACETOSELLA (foglie)

Le foglie sono diuretiche, decongestionanti, depurative, astringenti, rinfrescanti, febbrifughe. Controindicata per chi soffre di disturbi gastrici, intestinali, epatici, di calcoli renali e biliari, di gotta.

ACHILLEA MILLEFOGLIE (fiori e foglie)achillea_millefolium

Contiene oli essenziali,tannini, triterpeni, steroli, sali minerali, resine, cumarine, zuccheri, alcaloidi, aminoacidi, acidi, polifenoli, salicilati,ed una sostanza amara, l’achilleina. Utilizzata soprattutto per le sue proprietà antispasmodiche, ipotensive, antipiretiche ed emostatiche ma il suo consumo è esteso anche per lenire i disturbi genitali femminili, dovuti a flussi mestruali irregolari, e digestivi. È indicata per lavaggi e bagni esterni in caso di emorroidi e ragadi anali. Può dare reazioni allergiche alle persone sensibili alle asteraceae. Per le sue proprietà coagulanti, se ne sconsiglia l’uso alle persone che fanno uso di farmaci anticoagulanti. Può peggiorare la stipsi nei soggetti stitici

aloe

 

ALOE (foglie)

Dalle foglie dell’ aloe è possibile ottenere due tipi di estratti, il succo condensato e il gel, che utilizzati come sostanze terapeutiche possiedono costituenti chimici, indicazioni e interazioni farmacologiche diverse fra loro. Il succo condensato si utilizza soprattutto per la stipsi, come digestivo come purgante, come depurativo. Esistono però tantissime altre situazioni nelle quali lo si può utilizzare ad es.: immunomodulante, antibatterico, antivirale….Fra le controindicazioni vi sono: gastrite, coliti, diverticoli, appendiciti, dolori addominali in genere, occlusione intestinale, gravidanza e allattamento.

Il gel fresco racchiuso nelle foglie carnose dell’ aloe, se spalmato sulla pelle, cura infiammazioni, dermatiti, scottature, è un grande cicatrizzante, rende più rapida la guarigione delle ferite, ha un’azione schermante nei confronti dei raggi UV, migliora la microcircolazione e costituisce un ottimo ingrediente per la cosmesi come antiossidante e anti-aging.

agnocastoAGNOCASTO (bacche)

Bilanciatore degli ormoni femminili, problemi della sindrome premestruale, menopausa, vampate di calore, aiuto per le madri. Supporto contro l’acne giovanile maschile e femminile.

artiglio diavoloARTIGLIO DEL DIAVOLO (radice)

Supporto contro le artriti, antinfiammatorio e antivirale. Controindicazioni: in gravidanza e in caso di ulcera gastrica e duodenale.

astragaloASTRAGALO (radice)

Tonico del sistema immunitario, inibisce la crescita dei tumori. Aiuta contro gli effetti collaterali della chemioterapia. Funge da supporto per i tumori, il sistema digerente e surrenale. Alimenta l’energia.

L’unica precauzione è quella di non usare l’ astragalo in gravidanza o durante l’allattamento in quanto non ci sono, a tutt’oggi, dati disponibili sull’effetto di questa pianta sul feto e sul neonato.

A – Aglio

L’aglio ( Allium sativum ) è una pianta annuale erbacea, appartiene alla famiglia delle Aliaceae, vegetali che nella maggior parte presentano un bulbo, il quale altro non è che un breve fusto modificato. Apprezzato fin dall’antichità per il suo singolare aroma, con il passare del tempo la sua fama si arricchì di tali e tanti attributi terapeutici al punto di essere frequentemente impiegato per guarire, e soprattutto prevenire, diversi tipi di disturbi e addirittura epidemie.

L’aglio contiene: acqua, proteine, carboidrati, fibra, vitamine A, B1, B2 e vitamina C, minerali come sodio, potassio, ferro, calcio, fosforo. Le sue proprietà più importanti dipendono però da un’essenza solfurea presente nel bulbo, della quale il principio attivo è l’allicina che ne conferisce il particolare odore e soprattutto detiene un forte potere antisettico.

 È utile in caso di:

  • pressione alta: concorre ad abbassare la pressione arteriosa favorendo la diuresi;
  • colesterolo alto: aiuta ad abbassare il colesterolo “cattivo” (colesterolo LDL);
  • bronchiti, tosse, catarro: calma la tosse agendo come antinfiammatorio e espettorante;
  • infezioni dell’apparato intestinale: ristabilisce equilibrio alla flora intestinale;
  • parassiti intestinali: favorisce l’espulsione di alcuni vermi intestinali;
  • febbri alte e resistenti;
  • stipsi e intestino pigro.

L’aglio è, inoltre,  uno degli antiossidanti più efficaci che vi sia in natura, protegge quindi le cellule del nostro organismo da un precoce invecchiamento nonché dal deterioramento e conseguenti malattie.

 Uno studio recente, svolto in Cina ed in Usa, suggerisce che l’aglio, utilizzato regolarmente nella dieta, può avere effetti protettivi nei confronti del cancro e, oltre a questo, possiede proprietà uniche che sono in grado di inibire, ritardare o addirittura invertire il processo di cancerosi umana. I risultati di questi esperimenti sono stati presentati al simposio internazionale sulle “Nuove frontiere in ematologia e oncologia”.

 In maniera molto semplice e casalinga possiamo prepararci uno sciroppo e liquore d’aglio. Il primo è utilizzato nella bronchite cronica dei fumatori, nell’ipertensione e nei reumatismi, il secondo è indicato per ritrovare energia e vitalità.

A – Acqua

L’acqua spesso non viene considerata come alimento forse perché si presenta come un liquido incolore, inodore e insapore.
Se solo si pensa che il 60-70 % del peso corporeo è costituito di acqua, (neonati 75-80 %) si capisce quanto questo liquido sia indispensabile per tutte le funzioni dell’organismo.

Tutte le reazioni vitali avvengono in presenza dell’acqua, in particolare permette:
la digestione; la soluzione e il trasporto di sostanze nutritizie; l’eliminazione dei prodotti di scarto; mantenere costante la temperatura corporea; l’equilibrio acido-base dell’organismo; entra a far parte di molti liquidi fisiologici.

L’acqua introdotta con gli alimenti o meglio la quantità di acqua prodotta dal metabolismo dei vari nutrienti (acqua endogena) non è sufficiente a coprire il fabbisogno giornaliero.
Acqua endogena o metabolica:
• 100 g di carboidrati liberano: 55 g d’acqua
• 100 g di lipidi liberano: 107 g d’acqua
• 100 g di proteine liberano: 41 g d’acqua

Quindi dobbiamo necessariamente integrarla con acqua come bevanda (acqua esogena).
I quantitativi di assunzione d’acqua raccomandati dalle RDA sono :

  • 1ml/kcal per l’adulto
  • 1,5 ml/kcal per il bambini

Potremmo dire che in condizione normali la quantità di acqua da bere corrisponde a un litro e mezzo (8 bicchieri), distribuiti durante la giornata. È chiaro che possono esserci variazioni legate a vari fattori come: l’età, l’attività fisica…

Perché l’acqua possa essere considerata una bevanda idonea deve avere opportune caratteristiche:

  • Non sono adatte per l’alimentazione acque con bassissime concentrazioni di sali disciolti o addirittura distillate.
  • Deve contenere disciolti una certa quantità di sali minerali
  • Non deve contenere sostanze tossiche
  • Non deve contenere microrganismi patogeni.

Sebbene non fornisca energia, con l’acqua vengono ingeriti sali minerali utilizzati dall’organismo per lo svolgimento di numerosi processi metabolici quindi essa assume il valore di un vero e proprio nutriente essenziale.
I Sali minerali sono costituiti soprattutto da carbonati, solfati, cloruri e fosfati di calcio e magnesio, ferro, bario, alluminio e silicio.

L’acqua che assumiamo per soddisfare le nostre esigenze biologiche ed in particolare per soddisfare la sete può essere ricondotta in grandi linee a quattro categorie:
1. Acqua potabile: dovrebbe essere un’acqua naturale con residuo fisso a 180° C di circa 500 mg/l (medio minerale), limpida, incolore, di sapore gradevole.
2. Acqua da bere: acque purificate e affinate.
3. Acqua di sorgente: sono state inizialmente introdotte nel comparto delle acque in boccioni approfittando del fatto che alle acque minerali sono precluse le confezioni superiori a due litri.
4. Acqua minerale: acque minerali naturali sono considerate quelle acque che avendo origine da una
falda o giacimento sotterraneo, provengono da una o più sorgenti naturali o perforate e che hanno caratteristiche igieniche particolari e proprietà favorevoli alla salute (D.L.vo n. 105/92). Le acque minerali in considerazione della loro purezza originaria e del loro specifico contenuto salino rappresentano il principale e più efficace veicolo naturale per il reintegro idro-salino del nostro organismo.

Nelle acque minerali il residuo fisso costituisce un parametro sintetico che permette di classificarle; la suddivisione prevista dal Decreto Lgs. 25/01/1992 n. 105 è la seguente:
1. Acque minimamente mineralizzate: residuo fisso ≤ 50 mg/l
2. Acque oligominerali: residuo fisso >50≤500 mg/l
3. Acque mediominerali: residuo fisso >500 ≤1500 mg/l
4. Acque ricche di sali minerali: residuo fisso >1500 mg/

Le acque minimamente mineralizzate sono indicate quando si vuole aumentare la diuresi; le acque oligominerali sono caratterizzate da una ridotta concentrazione di sali minerali, di oligo-elementi e gas disciolti, hanno azione diuretica; acque mediominerali hanno una azione simile alle oligominerali solo con concentrazione maggiore di sali minerali; le acque ricche di sali minerali sono acque che andrebbero bevute solo in condizioni particolari.
La classificazione delle acque minerali dipende anche dalle sostanze in esse contenute, quindi avremo: acque bicarbonate, acque solfate, acque clorurate, acque ferruginose…

È importante ricordare di non dare da bere ai bambini acque contenenti nitrati in concentrazioni maggiori di 10 mg/l. I nitrati sono composti azotati indice d’inquinamento delle falde. Per i neonati, questi composti, anche in piccole dosi aumentano il rischio di metaemoglobinemia, grave malattia che riduce la capacità di trasporto dell’ossigeno dei globuli rossi. In quantità elevate, invece, sono pericolosi anche per gli adulti: si trasformano in nitriti, si legano alle ammine e danno le nitrosammine, agenti cancerogeni. La legge fissa un massimo di 45 mg/l per gli adulti e 10 mg/l per i bambini.

In ultimo dedichiamoci all’etichetta presente sulle bottiglie

Etichetta Acqua

In etichetta vengono fornite una serie di informazioni rilevanti che aiutano a capire le caratteristiche dell’acqua minerale. Ecco le principali:

  • Denominazione e nome dell’acqua minerale naturale. Ogni etichetta deve sempre indicare la dicitura “Acqua minerale naturale”, per distinguerla da altre acque, ed il nome dell’acqua stessa.
  • Luogo di origine. Località in cui l’acqua minerale naturale viene imbottigliata.
  • Termine minimo di conservazione (t.m.c). È la data fino alla quale il prodotto mantiene le sue proprietà specifiche in adeguate condizioni di conservazione.
  • Lotto. Indicazione che consente di individuare la partita del prodotto e la sua linea di imbottigliamento ai fini della rintracciabilità.
  • Analisi chimica. Riporta gli elementi caratteristici di ciascuna acqua minerale naturale, espressi in milligrammi/litro.
  • Classificazione. È in ragione del residuo fisso.
  • Microbiologicamente pura. Attesta l’assenza totale di germi pericolosi per la salute e indicatori di inquinamento, ma non esclude la presenza di una certa flora microbica naturale e tipica a dimostrazione che l’acqua minerale naturale non è stata trattata.
  • Qualità salienti. Sono riportate le proprietà favorevoli approvate dal Ministero della Salute.
  • Contenuto Indica il contenuto netto di acqua minerale naturale nel contenitore. La “e” sta ad indicare che si tratta di un volume a norma europea.
  • Codice a barre Fornisce indicazioni leggibili per rilevatori elettronici riferibili al produttore e all’articolo venduto presso la distribuzione.
  • Dicitura ambientale. Frase o disegno che invita a non disperdere il contenitore nell’ambiente dopo l’uso.
  • Indicazioni per la corretta conservazione del prodotto Consentono all’acqua minerale naturale di mantenere le sue caratteristiche originarie.

A – Aceto di Mele

 

 

 

aceto di meleL’aceto di mele è il prodotto della trasformazione, da parte di microrganismi del sidro, la bevanda alcolica che si ottiene dalla fermentazione alcolica del succo di mele. Contiene numerose vitamine ed elementi essenziali, e più di 93 sostanze che consentono la lotta efficace ad alcuni problemi di salute, vediamo alcuni di loro:

  • acido acetico, che sembra migliori l’utilizzazione dei grassi
  • carotenoidi, antiossidanti, che contribuiscono a migliorare le capacità difensive dell’organismo
  • sali minerali, in particolare calcio e potassio, importanti per il regolare sviluppo delle ossa, per la contrazione muscolare e per regolare la pressione sanguigna
  • amminoacidi, che stimolano le reazioni metaboliche
  • pectina, che aiuta a regolare le funzioni intestinali.

L’assunzione regolare di un cucchiaio di aceto di mele in mezzo bicchiere d’acqua, al mattino a digiuno porta a:

  • stimolare la digestione
  • aiutare a depurare l’organismo
  • limitare l’assorbimento di colesterolo e trigliceridi
  • combattere le infiammazioni articolari e quelle dell’apparato gastrointestinale
  • ristabilire l’equilibrio della flora intestinale

L’aceto di mele conferisce ai piatti un gradevole gusto agrodolce e può essere consumato anche da coloro che sono affetti da difficoltà digestive e che non tollerano l’aceto di vino. È da ricordare che  il migliore aceto di mele è quello non pastorizzato e preparato con mele biologiche.