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PROBIOTICI

MUSCOLI

Per alimenti probiotici si intendono quegli alimenti, generalmente fermentati, che contengono un numero sufficientemente elevato di microrganismi vivi ed attivi, in grado di raggiungere l’intestino ed esercitare un’azione di equilibrio sulla microflora intestinale mediante colonizzazione diretta. Il termine probiotico è quindi riferito ai microrganismi vivi e/o loro componenti o prodotti metabolici che, se assunti in quantità adeguate, proteggono oppure favoriscono le difese dell’ospite sia direttamente sia in modo indiretto stimolandone i meccanismi di difesa.

I batteri lattici (LAB) comprendono un ampio spettro di generi, che a loro volta includono un numero considerevole di specie. Generalmente i LAB vengono considerati come batteri Gram-positivi, che crescono in condizioni che possono essere da scarsamente aerobiche a strettamente anaerobiche; inoltre non formano spore.

I più importanti generi di LAB sono rappresentati da

Intolleranze… Allergie… Che confusione!!!

Parlando con voi mi sono resa conto che esiste ancora una grande confusione tra le intolleranze alimentari o allergie alimentari “croniche” e le intolleranze riconosciute dalla medicina ufficiale (al lattosio e al glutine) e le allergie.

allergiaFin da tempi antichi si era notato come l’alimentazione potesse essere causa di malattia; Ippocrate, il medico greco padre della moderna medicina, si era reso conto che “alcuni individui non tolleravano determinati alimenti che altri utilizzavano senza subir alcun danno”. Gli alimenti o le sostanze ad essi addizionate volontariamente al fine di migliorare l’aspetto, il gusto e la conservazione (additivi intenzionali) o involontariamente lungo la filiera agro-alimentare (contaminanti) possono essere responsabili di manifestazioni a carico dell’intestino e/o extraintestinali. Da ciò deduciamo che nella relazione esistente tra cibo e salute un ruolo predominante dovrebbe essere svolto dalle intolleranze alimentari, purtroppo è un problema del tutto sottovalutato e misconosciuto da buona parte della classe medica.

Per fare chiarezza distinguiamo nelle reazioni avverse agli alimenti:

  1. Le allergie alimentari propriamente dette, che si manifestano con una reazione immediata o quasi al cibo ingerito: ad esempio l’orticaria che viene dopo aver mangiato le fragole così come l’angioedema, ossia il gonfiore delle mucose, che compare dopo aver mangiato i crostacei; ecc.
  2. Le pseudoallergie, cioè i deficit enzimatici, come ad esempio la mancanza dell’enzima lattasi deputato alla scissione del lattosio in glucosio e galattosio che solo sotto questa forma possono essere assorbiti, o la mancanza di enzimi per la digestione dei legumi: il favismo; ecc.
  3. Le ipersensibilità, cioè le reazioni ad alcune sostanze, presenti in certi alimenti (per esempio vino rosso, cioccolato, formaggi fermentati, pesce in scatola ecc.) che rilasciano istamina (mediatore chimico che si libera nelle manifestazioni di allergia) e che possono causare cefalee ed altri sintomi.
  4. Le reazioni tossiche agli alimenti, ossia avvelenamenti da funghi o cibi avariati, botulismo e così via.
  5. Le intolleranze alimentari, allergie alimentari croniche ad alimenti che vengono riconosciuti come dannosi od estranei dall’organismo che reagisce, si tratta quindi di quei casi in cui eliminando completamente un cibo dall’alimentazione quotidiana, si verifica la scomparsa del sintomo o della malattia.

È importante capire che le reazioni tossico-allergiche agli alimenti e alle sostanze chimiche si possono presentare in forma “mascherata”; questo vuol dire che se una persona assume quotidianamente un alimento cui potrebbe essere intollerante, non sospetterebbe mai la causa dei suoi disturbi, anche cronici; lo stesso accadrebbe con l’assunzione di additivi, conservanti ecc.

I sintomi associati alla presenza di intolleranze alimentari possono essere i più svariati da cefalee ricorrenti a disturbi neuropsichici, da cistiti ricorrenti a dermatiti, da disturbi gastrointestinali ad attacchi di panico e così via.
Il fatto che possano essere così varie le sintomatologie legate all’intolleranza è legato al fatto che in effetti, le tossine, che si formano durante i processi di Intolleranze Alimentari, spesso hanno un “organo bersaglio” specifico per ognuno di noi. Probabilmente questo è dovuto al fatto che tutti gli individui possono presentare un organo o una struttura del corpo più “debole” delle altre, quindi più aggredibile. Probabilmente l’organo bersaglio dipende da una predisposizione genetica o, forse, da traumi di vario genere che subiamo nel corso della vita.
Vi sono però dei sintomi accessori che possono rappresentare la spia della presenza di un eventuale patologia legata alle intolleranze specie in tutte quelle persone a cui sono state fatte tutte le indagini ufficiali del caso e sono stati “etichettati” polisintomatici o addirittura con disturbi psicosomatici.
Di solito, i sintomi sono: astenia (ricorrente e non alleviata da riposo), alitosi (importante se si presenta al mattino), afta orali, palpitazioni cardiache (importanti quelle che insorgono dopo un pasto), alternanza di peso (senza apparenti squilibri nutrizionali), aerofagia, meteorismo, difficoltà digestive, edemi (importanti quelli del mattino a carico degli arti inferiori o superiori), torpore mentale (importante quello dopo i pasti), ipersudorazione (naturalmente non per attività fisica), prurito (senza causa apparente), crampi agli arti inferiori (importanti quelli notturni); tutti questi sintomi sono soliti scomparire nel breve volgere di alcuni giorni e senza alcuna terapia cosiddetta sintomatica.

Per quanto riguarda i test per la diagnosi delle intolleranze dobbiamo separare quelli della medicina convenzionale da quelli della medicina non convenzionale. Nella medicina convenzionale i test attualmente riconosciuti sono rivolti a due solo alimenti: latte (lattosio)int al lattosio e grano (glutine). Nella medicina non convenzionale invece vi sono vari test che celiaci_intolleranze_alimentarigenerano molto scetticismo nella classe medica in quanto dichiarati poco attendibili e senza reale validazione scientifica. Certo le intolleranze non devono essere la panacea di ogni nostro problema di salute, ma allo stesso tempo non si deve far passare una persona per malata immaginaria quando non lo è! In realtà dipende molto dalla serietà e preparazione del professionista a cui ci si rivolge, bisogna affidarsi a persone esperte e soprattutto che non vogliano speculare sulla nostra salute ma solo riuscire a farci stare meglio!

intIn studio utilizziamo il test citotossico, prove tossiche alimentari su sangue, (è necessario quindi un prelievo di sangue), che consente di valutare le possibili intolleranze mettendo a contatto i leucociti del paziente con reagenti alimentari, il tutto viene letto al microscopio. L’attendibilità del test è stata suffragata da numerosi studi clinici con risultati fortemente positivi ottenuti con la sola astinenza degli alimenti risultati positivi per un periodo medio di 60 giorni. Quindi ai pazienti risultati positivi ad una o più sostanze viene suggerito di eliminarle completamente dall’alimentazione per un periodo che dipende dal grado di reazione riscontrato.
L’eliminazione ha come obiettivo quello della disintossicazione dell’organismo ed in particolare permette di ottenere la perdita di memoria da parte dei globuli bianchi che quel particolare alimento è tossico per l’ individuo.
Le intolleranze alimentari non sono perenni, normalmente dopo un periodo di astinenza gli alimenti risultati positivi vengono reintrodotti nella dieta evitando assunzioni quotidiane che potrebbero facilitare un nuovo accumulo di tossine nell’organismo. Molti problemi sono stati risolti a persone che non sapevano più a chi rivolgersi. Vengono testati 51 alimenti (i più comuni):
Grano tenero, grano duro, lievito, riso, mais, soia, latto albumina, latto caseina, bovini, albume dell’uovo, tuorlo dell’uovo, pollo, maiale, coniglio, agnello, pomodoro, patate, peperone, tonno, merluzzo, piselli, carciofo, carote, olive, mela, banana, zucchero, caffè, tè, cacao, segale, orzo, funghi, gamberi, trota, salmone, cipolla, aglio, tacchino, fragola, ciliegia, pera, mandorla, noce, camomilla, cavolfiore, ravanello, cicoria, prugna, pesca, ananas. Poi c’è il kit per alcune sostanze chimiche più ricorrenti come conservanti e additivi.

allergie-e-intolleranze-alimentari in aumentoLe intolleranze alimentari sono in costante aumento questo perché negli ultimi quarant’anni l’industrializzazione incalzante, e la diffusione del cibo su scala internazionale, hanno sottoposto gli alimenti a procedimenti industriali di tipo chimico e fisico che portano alla produzione di un cibo che biologicamente non è più integro. Nella coltivazione dei terreni si ha una manipolazione chimica talmente forte che porta alla crescita di prodotti che hanno delle grosse alterazioni genetiche. È difficilissimo trovare oggi un grano che non abbia subito queste manipolazioni, tranne che non sia di origine biodinamica e strettamente controllato.
Lo stesso avviene per un altro prodotto quale il latte, che viene manipolato, pastorizzato e sterilizzato per far sì che si mantenga più a lungo. Le mucche che lo producono subiscono trattamenti a base di ormoni e antibiotici per mantenere un’alta produzione. Pertanto il latte che compriamo al supermercato ha ben poco rispetto a quello prodotto dalla mucca. Lo stesso possiamo dire per diversi altri alimenti.
L’altro ruolo importante per le intolleranze sono gli additivi. Vent’anni fa gli additivi chimici permessi negli alimenti erano ottantacinque, oggi sono più di millequattrocento e la maggior parte di essi non sono mai stati testati sull’uomo. Per alcuni di questi, addirittura, non vi è l’obbligo della menzione in etichetta.
Sinteticamente possiamo quindi dire che le probabili cause primarie che inducono l’organismo ha divenire diventare intolleranti:
1. carenza di vitamine e sali minerali
2. agenti stressanti
3. malassorbimento intestinale e deficit immunitario
Per quanto riguarda la carenza di vitamine e Sali minerali è legata direttamente all’aumento del consumo di cibi raffinati. La qualità degli alimenti è indiscutibilmente calata, rendendo i cibi sempre meno naturali e con presenza sempre maggiore di agenti inquinanti e additivi di tipo chimico. Allo stesso tempo, le coltivazioni intensive e la concimazione chimica, non sono in grado di crescere piante complete da un punto di vista nutrizionale. Ci nutriamo di cibi carenti in vitamine e Sali minerali, ricchi di additivi, conservanti e privi di energia vitale.
Ogni evento stressogeno, provoca una risposta dell’organismo che viene mediata dalle piccole ghiandole surrenali nel tentativo di riequilibrare l’organismo. Tuttavia la forza vitale delle ghiandole surrenali non è infinita, e a seguito di continui interventi entrano in una fase di esaurimento. È proprio questo che ci rende più vulnerabili e facilmente idonei a sviluppare intolleranze.
Il 70% delle cellule immunitarie si trovano a ridosso delle pareti intestinali, queste ultime sono protette dalla ben nota flora batterica intestinale. La funzione di questa flora batterica e di vitale importanza, queste cellule estranee sono simbiotiche al nostro organismo. Sono circa 300 specie diverse tutte in equilibrio tra loro e con varie funzioni:.
• esse sintetizzano diverse vitamine tra cui la vitamina K.;
• la vitamina B1 e 12;
• acido folico acido pantotenico;
• metabolizzano gli ormoni steroidei e gli acidi biliari, permettono la digestione dei grassi;
• bloccano i batteri estranei producendo antibiotici naturali. Hanno anche la capacità di degradare le tossine inibendo lo sviluppo di virus e funghi, addirittura anche del Helicobacter pylori;
• probabilmente la funzione più importante è proprio quella di modulare il sistema immunitario stimolando la produzione di anticorpi IgA. Questi anticorpi rivestono tutta la superficie mucosa creando una pellicola protettiva.
In sintesi una modificazione della flora batterica intestinale può portare a disturbi a livello dell’apparato gastrointestinale. Se la mucosa intestinale è integra ed efficiente, essa eseguirà il suo compito di filtro in maniera da far passare nel sistema sanguineo e linfatico solo i nutrienti; al contrario, se la permeabilità dell’intestino, non è ottimale, macroelementi, cioè sostanze non completamente digerite, potrebbero passare a danno dell’intero sistema. Queste molecole, che portano ancora il “codice” dell’alimento di origine a contatto con il GALT (il sistema immunitario intestinale) e che non riconosce come “amiche”, ossia come nutrienti utili per l’organismo, ma invece come aggressori, saranno oggetto di attacchi e volte all’eliminazione
È quindi nell’intestino, e in particolare nell’integrità della barriera mucosa selettiva e assorbente dell’intestino tenue, dove avviene l’assorbimento dei nutrienti, che si gioca la partita delle intolleranze alimentari .