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Che stress! Impariamo a riconoscerlo

Oggi c’è una cosa di cui possiamo essere certi il nostro nemico numero uno è lo stress: agitazione, mancanza di concentrazione, insonnia, tensione muscolare, fino a disturbi più gravi che portano a vere e proprie patologie.

Uno dei più importanti studiosi dello stress (Hans Seyle) lo definisce come il logorio a cui si viene sottoposti nella “lotta giornaliera”, per rimanere in condizioni normali. Occorre però sottolineare che non sempre è un fenomeno negativo, e per questo non va demonizzato, in realtà basta distinguere lo stress “buono” e quello “cattivo” ed imparare a gestirlo.

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Lo stress buono è causato da un’esperienza voluta, ed è molto comune in ambito lavorativo. Ad esempio, capita molto spesso di essere sotto pressione per ottenere qualcosa che ci sta particolarmente a cuore, da cui però ricaviamo gratificazione, ed anche una sensazione di euforia. La stessa cosa capita anche quando sappiamo di essere in grado di poterlo gestire e questa è sicuramente una situazione positiva per l’individuo stressato.

Lo stress cattivo, invece, è provocato da esperienze non volute o da più fattori stressanti che si presentano simultaneamente. Questi, al contrario dei primi, sono eventi che determinano un logorio significativo nella persona che, se prolungati nel tempo, possono causare anche diversi disagi o addirittura, nei casi più estremi, disturbi e patologie. Dobbiamo riuscire ad evitare che lo stress ci “intossichi”, perché è proprio questo stato che ci toglie energia vitale, gli organi di eliminazione smettono di funzionare normalmente, aumentando ulteriormente l’accumulo di scarti nel corpo.
È proprio quando si supera il grado di tolleranza che l’organismo va in crisi e si genera la “malattia”.

Quindi cosa fare? Bella domanda!

Penso che la cosa migliore che possiamo fare è imparare a modificare le nostre abitudini di vita, volerci più bene, riacquistare energia, “disintossicarci” dallo stress! Soprattutto ricordare che la possibilità di stare meglio viene dal di dentro del nostro corpo:

“l’unica persona ad assumere il controllo della tua salute: sei tu”!

Un legume poco conosciuto: la cicerchia

In realtà veniva consumata già dagli Egizi. Da sempre considerato “alimento povero”, oggi ne vengono apprezzate le proprietà nutritive

Ricco in calcio e fosforo, la cicerchiecicerchia contiene un principio amaro (latirina) indigesto per, da qui la necessità di macerazione in acqua salata per almeno 12 ore e bollitura accurata. E’ un legume molto salutare, contiene proteine e amidi, vitamina B1, B2, e PP e fibre alimentari, tanto da essere consigliata in oligoterapia nutrizionale, nei disturbi della memoria, di affaticamento cerebrale, negli studenti e negli anziani. Si presta alla perfezione per ricette di zuppe, farine e dolci vegetariani, ma trova largo spazio anche nella cucina tradizionale. Ottima in minestre ma anche cucinata in purea o servita come contorno dello zampone. Con la farina di cicerchie, inoltre, si preparano squisiti maltagliati e pappardelle.

Come cuocere le cicerchie

Lasciarle macerare in acqua tiepida, salata o con un cucchiaio di bicarbonato per otto/dodici ore, cambiando l’acqua due o tre volte. Gettare l’acqua in cui è stata a bagno, risciacquarle con acqua corrente. Mettere le cicerchie nella pentola con l’acqua fredda (si consiglia un litro d’acqua per 100 grammi di cicerchia). Portare ad ebollizione a fuoco moderato, togliere con la schiumarola le piccole bucce che vengono a galla, continuare la cottura per 40 minuti, aggiungendo il sale a metà cottura. A fine cottura lasciare la cicerchia nell’acqua, per evitare l’indurimento causato dal raffreddamento. Scolare all’ultimo momento, prima della preparazione finale o del servizio in tavola.

Minestra di cicerchie (piatto unico)

20121025-zuppa-di-cicerchia-320x240Ingredienti:

cicerchia, pomodorini, patate, cipolla, carota, sedano, peperoncino, aglio, alloro, olio extravergine d’oliva, sale e pepe

Preparazione:

cuocere le cicerchie, dopo l’ammollo, con uno spicchio d’aglio e un rametto di rosmarino. Nel frattempo porre un filo d’olio in un tegame antiaderente e far dorare la cipolla, la carota e il sedano finemente tritati, aggiungere i pomodorini con la patata tagliata a pezzi e le cicerchie senza l’acqua di cottura, aggiungere anche l’alloro, il peperoncino e un pizzico di sale. Far cuocere in umido aggiungendo un po’ d’acqua di cottura delle cicerchie se si asciuga troppo. Quando le patate sono cotte spegnere e cospargere con un pò di pepe.